Allattamento al seno: fino a quando allattare

L’allattamento è un momento di assoluta intimità tra mamma e bimbo, un rapporto unico sul quale però ci sono spesso pareri contrastanti che pongono le neomamme davanti ad una serie di dubbi: l’allattamento al seno fa sempre bene? Fino a quando? Rischio di crescere un mammone? Cerchiamo di fare ordine.

Perché allattare al seno il più a lungo possibile

Perché fa bene: non c’è nutrimento migliore per il tuo bimbo. Il tuo latte è una ottima fonte di anticorpi, è altamente digeribile, è sempre pronto all’uso e cambia di composizione a seconda dell’età e delle esigenze di tuo figlio.

Allattamento al seno: fino a quando allattareSpesso ci si chiede se si ha latte a sufficienza per continuare l’allattamento esclusivo al seno, per non parlare dei sacrifici e del tempo che serve e che molto spesso non si ha a disposizione in particolar modo se la mamma torna a lavoro dopo il congedo di maternità.

Prima di tutto aiutati e fatti aiutare: procurati un buon reggiseno da allattamento ideato per risultare comodo e facilmente apribile grazie ad un tessuto non operato e alle classiche finestrelle per permetterti di offrire il tuo seno ogni volta che ce n’è bisogno.

Combatti ragadi e mastiti con i paracapezzoli disponibili in commercio anche in argento mentre per ridurre le perdite puoi usare delle coppette assorbilatte per evitarti il disagio di bagnare maglie e camicie. Per favorire una buona posizione per te e il tuo bimbo usa un cuscino per l’allattamento che potrai usare fino a che non smetterai di allattare e poi potrai adattare come riduttore del lettino, come piccola culla o semplicemente per sorreggere il tuo bimbo quando non riuscirà ancora a mantenersi da solo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di allattare il tuo bimbo fino al secondo anno di età e oltre, soprattutto se in questo periodo il bambino fa il suo primo ingresso in comunità: è provato statisticamente che i bambini allattati al seno che vanno al nido si ammalano di meno.

Anche la Leche League, l’organizzazione che sostiene l’allattamento al seno sottolinea che, spesso, la volontà di passare al latte artificiale sia dettata da esigenze di tempo e praticità più che da mancanza di latte da offrire al bambino.

Allattamento al seno e lavoro

Come fare quando si torna a lavoro e non si può più allattare a richiesta? Quando sei a casa continua a dargli il latte che ti chiede mentre per le ore in cui non sei con lui puoi fargli bere il tuo latte precedentemente assorbito da un tiralatte.

Potrai creare delle vere e proprie scorte da conservare in frigo o nel freezer a seconda dell’uso quotidiano o meno, per poi farle bere al tuo bimbo da un parente o una persona di fiducia attraverso un bicchierino o con il biberon.

Per informazioni sui biberon che simulano il seno, vedi anche biberon per allattamento al seno.

Alcune donne lamentano la stanchezza che può portare allattare al seno: il tuo bimbo però avrà bisogno di nutrirsi e certo non sarà una passeggiata preparare il latte in polvere, sterilizzare il biberon e scaldare il latte dopo un’intera giornata di lavoro. Il latte materno invece è già pronto, alla giusta temperatura e al tuo bimbo non resterà che succhiarlo mentre tu avrai la gioia di tenerlo in braccio e offrirgli tutto il tuo amore.

Una mano alle mamme lavoratrici arriva dall’INPS: per le donne dipendenti che hanno un impiego full time spetta il congedo di maternità che consiste in due mesi di riposo durante la gravidanza, poco prima del parto e  subito dopo per i primi tre mesi.

Dopodiché per tutto il primo anno di vita del bambino ti spettano dei permessi che consistono in 2 ore di riposo giornaliero (anche cumulabili) che si riducono ad una in caso di impiego part-time. Se sei una lavoratrice autonoma queste ore di permesso possono essere richieste dal padre che potrà sostituirti nell’offrire il biberon quando non ci sei.

Se proprio non riesci a effettuare l’allattamento esclusivo puoi passare all’allattamento misto preferendo l’allattamento al seno per le poppate principali come quella del mattino e integrando con il latte artificiale con il biberon quando non sei in casa e non sei riuscita a fare scorte del tuo latte. Questo tipo di allattamento può però farti rischiare di produrre meno latte.

Fino a quando le poppate notturne?

Il tuo bimbo inizialmente avrà bisogno di almeno 8-12 poppate al giorno, più o meno ogni tre ore. Questo significa che ci saranno poppate notturne per diversi mesi. Di notte dormirai di meno perciò cerca di riposarti quando puoi di giorno rimandando le faccende meno urgenti.

Allatta da sdraiata così potrai riposarti. Soprattutto nei primi tempi lascialo dormire con te in modo da poterlo allattare più facilmente e riaddormentarti più velocemente.

Specie nei primi mesi tuo figlio si sveglierà per il bisogno fisiologico di nutrirsi ma andando avanti con l’età potrebbe farlo per altri mille motivi come ad esempio i primi dentini, caldo o disagio o l’introduzione dei cibi solidi. Per cui la risposta al suo risveglio notturno non deve più essere soddisfatta con il latte.

Col passare del tempo raggiungerà naturalmente un ritmo di sonno adeguato che ti permetterà di dormire senza l’ansia del suo risveglio.

Sono incinta! Posso continuare ad allattare?

Se è una gravidanza sana senza rischi non c’è alcun problema. Anche se probabilmente avrai sentito dire il contrario: numerose sono infatti le dicerie sul fatto che l’allattamento possa favorire l’aborto o possa rischiare di diminuire il nutrimento per il feto che sta crescendo dentro di te ma in realtà non c’è nessuna documentazione che attesti rischi in caso di allattamento durante la gravidanza.

Come sai bene in questo meraviglioso periodo aumenta il fabbisogno di alcuni nutrienti ma se ti alimenti in maniera corretta e adeguata non corri alcun rischio né per te né per il nascituro.

Non porta rischi di aborto o parto pre-termine: si raccomanda di smettere solo nel caso in cui durante il terzo trimestre tu abbia già delle contrazioni che costituiscono una minaccia di parto prematuro, caso in cui sarebbe opportuno evitare stimolazioni ulteriori dell’attività contrattile. Così come è indicata l’interruzione dell’allattamento nel terzo trimestre in caso di gravidanza gemellare, solitamente soggetta ad anticipare i tempi del parto per il maggiore spazio occupato dai due feti.

In caso di gravidanza senza rischi puoi comunque valutare se smettere o meno a seconda di diversi fattori quali ad esempio l’età di tuo figlio (se ad esempio è già nella fase di svezzamento) o se cerca il tuo seno più per abitudine che per necessità reale.

E’ troppo grande per allattare?

Una donna che allatta viene vista dalla società come qualcosa di imbarazzante da nascondere, eppure non c’è niente di più naturale. Probabilmente una delle cause che spinge a smettere di allattare il proprio bimbo è l’opinione altrui.

Si pensa che ad un certo punto occorra smettere per non incorrere nelle classiche frasi indiscrete: “beve ancora il tuo latte? Non è troppo grande? Così lo vizi”. Per non parlare del fatto che se già crea imbarazzo allattare in pubblico un neonato, il disagio cresce quando si tratta di bambini più grandi.

Eppure studi antropologici hanno dimostrato che per l’allattamento occorre parlare in termini di anni e non solo di mesi. Di solito un bambino al quale non viene tolto forzatamente il latte materno lo abbandona verso i tre anni, in alcuni casi anche 4 o 5 anni: grande scalpore ha suscitato il caso della donna statunitense che allatta sua figlia di sei anni e ha diviso medici e ostetriche sul tema dell’allattamento prolungato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di affiancare ai cibi solidi il latte materno possibilmente fino ai due anni e precisa che, se madre e figlio lo desiderano, proseguire oltre il secondo anno non ha alcuna controindicazione: non vi sono infatti studi che dimostrino che allattare oltre l’anno rechi un danno fisico o psichico al bambino.

La riposta a fino a quando allattare puoi dartela tu stessa cercando di capire se questo non crea stress o disagio né per te né per il tuo bimbo: fino a che per entrambi sarà un momento piacevole non hai motivo di smettere.