Fumare in allattamento: rischi e consigli per smettere

Fumare fa male. Spesso però le neomamme che affrontano un periodo di stress post-partum si rifugiano nella sigaretta per trovare una valvola di sfogo. Non tutte infatti riescono a perdere il vizio dopo aver scoperto una gravidanza anche se tendono a ridurre il numero di sigarette.

Il fumo in gravidanza

Fumare in gravidanza è pericolosissimo per il bambino, perché determina rischi maggiori per la sua salute: aumenta il rischio di aborto, parto prematuro, basso peso alla nascita e morte improvvisa senza dimenticare possibilità di otite, asma e tumore durante l’infanzia.

Fumare in allattamentoStudi scientifici statunitensi hanno provato quanto sia più alta la probabilità di avere lattanti con difetti cardiaci congeniti nelle donne che hanno fumato un mese prima della gravidanza fino al primo trimestre, rispetto alle donne che non avevano il vizio del fumo.

In Italia circa il 30% delle donne fumatrici in gravidanza non smette di fumare anche se cerca comunque di ridurre la quantità di sigarette.

Smettere è la prima regola non appena scopri di essere incinta: un bene non solo per il tuo bambino ma anche per te stessa.

Passate solo poche ore dallo smettere di fumare il corpo materno si organizza al meglio: si riducono il battito cardiaco e la pressione sanguigna dopo soli 20 minuti, dopo otto ore diminuisce la presenza di monossido di carbonio nel sangue mentre dopo 24 ore si riducono drasticamente i pericoli di infarto cardiaco. Il feto riceve le quantità necessarie di ossigeno e nutrimento e il suo sviluppo non viene ostacolato da nicotina e sostanze chimiche.

Sicuramente non è facile specie all’inizio. C’è da dire però che, dopo i primi 10-12 giorni di astinenza, la strada comincia già a essere in discesa anche se ogni donna è un caso a sé.

Cerca di fissare una data precisa per dare l’addio definitivo al vizio del fumo: ovviamente il prima possibile, per il tuo bene ma soprattutto per quello del bambino. Cerca di impegnarti in altre attività che riescano a distrarti dalla voglia di accendere una sigaretta. E ovviamente liberati di tutto ciò che possa portarti a cadere in tentazione: dai pacchi di sigarette, ad accendini e posacenere.

Non scoraggiarti se ti capita una ricaduta. Ripetiti il nobile motivo per cui stai effettuando questo piccolo sacrificio e vedrai che troverai la forza di riprovare.

Cerca di fare movimento e bere molta acqua, tè e succhi di frutta. Ci sono anche tisane che possono aiutare il tuo corpo ad abbandonare il fumo.

In più potrai risparmiare un po’ di soldi che potrai spendere per te e per il tuo bambino.

Se fumo e allatto il mio latte ne risente?

La nicotina è una sostanza che passa nel latte materno. Ha una resistenza nel sangue di circa 90 minuti e si troverà nel latte per circa tre ore dopo aver fumato. Se allatti dopo aver fumato il tuo bambino si assorbirà la nicotina che hai inalato.

E’ inoltre causa della riduzione del latte materno (il fumo abbassa i livelli di prolattina nel sangue), diminuiscono le quantità di iodio, vitamine e i grassi presenti nel latte, aumenta i rischi respiratori nel neonato oltre al rischio di infezioni, coliche e diarrea nel bambino senza dimenticare il rischio più pericoloso, la Sids ovvero il rischio di morte in culla.

Sarebbe necessario aspettare quindi almeno 3-4 ore prima di offrire al proprio bimbo il latte al seno per cui molte donne tendono a fumare dopo la poppata. Il fumo è quindi il peggior nemico dell’allattamento a richiesta, perché impone orari stabiliti che tuo figlio non potrà e non vorrà aspettare senza contare lo spreco di latte specie nei casi in cui si preferisca spremere comunque il latte con un tiralatte e buttarlo via pur di non diminuirne la quantità.

Gli esperti consigliano comunque di allattare anche se non si riesce proprio a smettere di fumare: il latte materno, anche se presenta nicotina da comunque maggiori benefici del latte artificiale.

Anche perché bambini che sono alimentati con latte artificiale hanno maggiori probabilità di subire gli effetti negativi del fumo passivo rispetto ad un bambino allattato al seno.

Alcool e marijuana

L’assunzione di alcool avviene più o meno con le stesse modalità del fumo: per riuscire a smaltire l’alcool presente nel corpo occorrono generalmente 3-4 ore dal consumo. L’alcool che finisce nel latte è all’incirca nella stessa quantità in circolo nel sangue una volta ingerito: si raggiunge un picco massimo tra i 30 e 45 minuti dopo l’assunzione per poi cominciare a diminuire gradualmente.

Bisogna tenere conto però che l’effetto sulla mamma cambia a seconda dei casi (alcune donne hanno bisogno di un tempo maggiore per smaltire l’alcool assunto). E’ quindi consigliabile rinunciarci ancora per un po’ anche perché il bambino ha bisogno del doppio del tempo per metabolizzare l’alcool per cui anche una piccola quantità può far si che possa risentire della sua ingestione.

La marijuana può passare nell’organismo del neonato attraverso il latte materno e può influire negativamente su quantità e qualità del latte. Nella fumatrice occasionale viene metabolizzata più velocemente e le sue tracce spariscono dal latte in un giorno.

Anche se non sono stati dimostrati con sicurezza effetti della marijuana sulla salute l’American Academy of Pediatrics consiglia di evitare l’uso della marijuana durante l’allattamento.

Piccole accortezze per le mamme che non riescono a smettere di fumare

Cerca di limitare a tre le sigarette giornaliere per permettere a nicotina, tabacco e tossine nel sangue e nel latte materno di mantenersi comunque a livelli bassi. Se non ci riesci fatti aiutare con dei cerotti per abbassare il numero.

Come già accennato fai passare almeno 90 minuti dal fumo della sigaretta all’allattamento.

Quando fumi cerca di indossare un indumento apposito e copriti i capelli in modo che, quando smetti, potrai lavarti mani e viso e cambiarti in modo da ridurre l’esposizione al fumo di tuo figlio (il fumo infatti penetra nei tessuti, nei capelli e nella pelle).

Cerca di evitare di fumare in casa o in macchina e chiedi a parenti e amici di non fumare vicino a lui. A questo punto verrebbe da domandarsi non è più semplice smettere completamente?