Dopo la gravidanza il tuo corpo inizia un processo che ha come obiettivo quello di ritornare alle condizioni di normalità pre-concepimento: in questa fase avviene il restringimento dell’utero (attraverso i morsi uterini, contrazioni dell’utero necessarie per favorire il ritorno alle dimensioni normali) e il ripristino delle funzioni cessate con la gravidanza tra cui quella più importante è sicuramente la ricomparsa del ciclo mestruale.
Indice
I lochi e il capoparto
Si possono verificare delle perdite di sangue già dalla seconda settimana dopo il parto, che possono essere scambiate per una mestruazione perché molto simili. Sono in realtà perdite di sangue definite Lochi, ovvero resti di rivestimento uterino che il tuo corpo espelle per ripulire l’utero e rigenerare i tessuti.
E’ un processo assolutamente naturale e significa che l’attività ovarica sta riprendendo il suo naturale funzionamento. Inizialmente hanno un colore rosso vivo, tanto da farti pensare ad un vero e proprio ciclo, dopodiché diminuiscono, cambiano consistenza e colore fino a diventare biancastre. Possono avere una durata dalle due alle otto settimane, ma ovviamente ogni donna è un caso a sé.
In questo periodo usa assorbenti esterni molto potenti, cambiali spesso e lavati con un detergente a pH acido. Evita i tamponi interni che potrebbero ostacolare la naturale pulizia del tuo organismo.
La prima vera mestruazione, definita capoparto, avviene solitamente 40-60 giorni dopo la nascita di tuo figlio, anche se può capitare che arrivi anche più tardi a seconda dei casi. Si tratta di perdite di sangue abbondanti che di solito durano più del normale flusso mestruale: dagli otto ai dieci giorni.
Dopo sette/sedici settimane dal parto ricompare il ciclo mestruale vero e proprio.
La prima mestruazione nelle donne che ricorrono all’allattamento artificiale (o che hanno allattato al seno per meno di un mese) arriva dopo 8-10 settimane dal parto nel 40% dei casi. Dopo tre mesi la percentuale arriva al 70%, fino a raggiungere il 100% dopo sei mesi.
Generalmente il primo ciclo mestruale che compare durante l’allattamento è anovulatorio, ovvero non preceduto da ovulazione e quindi con assoluta impossibilità di eventuale gravidanza. In alcuni casi è difficile che capiti una nuova gravidanza durante l’allattamento perché questo provoca la produzione di ovociti deficitari e una fase post-ovulatoria insufficiente.
Può inoltre capitare che il ciclo, una volta tornato non sia regolare come una volta. Si possono notare cicli più corti o più lunghi con mestruazioni più abbondanti. Alcune donne possono trovare giovamento non accusando più i tipici dolori mestruali, altre invece cominciano a soffrirne in misura maggiore rispetto a prima della gravidanza.
Per tutte comunque occorre un po’ di tempo perché si regolarizzi.
Il ritardo del ciclo durante l’allattamento
Solitamente in una donna che allatta, il capoparto arriva 40 giorni dopo la fine dell’allattamento ma può capitare che arrivi anche mentre ancora si allatta.
Generalmente una donna che allatta a richiesta può vedere allungata la mancanza del ciclo per diversi mesi, anche un anno. Questo perché avviene un vero e proprio antagonismo ormonale nei confronti degli estrogeni da parte della prolattina, l’ormone della lattazione: l’allattamento inibisce la produzione di progesterone e estrogeno, inibendo la fertilità a vari livelli (ovulazione, produzione di ormoni, annidamento dell’uovo e fecondazione).
Quindi un allattamento al seno continuo posticipa il ritorno delle mestruazioni: questo avviene perché il tuo corpo è pensato per permetterti di offrire a tuo figlio tutte le attenzioni di cui ha bisogno nei primi mesi di vita.
Le statistiche parlano di un ritorno del ciclo mestruale dopo tre mesi dal parto per il 35% delle donne, dopo 6 mesi si arriva al 65% mentre si registrano casi di donne che hanno dovuto attendere il ritorno del ciclo ben 18 mesi.
Il ritardo e l’assenza di ciclo possono dipendere da molti fattori. Il più importante è la chimica del tuo corpo, che cambia da donna a donna. Il secondo fattore è la frequenza con cui allatti tuo figlio: più allatti, più tardi tornerà il ciclo. Non appena smetti di allattare di notte, vedrai che presto il ciclo tornerà perché gli ormoni che lo bloccano non sono più prodotti nella stessa quantità.
Ovviamente il ritardo del ciclo avviene con un allattamento esclusivo al seno, mentre questo fenomeno di riduce se si associano al latte materno thè, tisane, o simili.
Molte donne che allattano al seno possono vedere infatti coincidere il ritorno del ciclo con l’inizio dello svezzamento che deve essere effettuato non sostituendo le poppate ma associandole ai primi cibi solidi garantendo l’apporto calorico del latte materno per il primo anno di vita del bambino.
Ricorda: più tempo riesci a offrire il tuo latte più benefici ci sono per te e tuo figlio.
Ciclo e latte materno
Si può continuare a dare il latte anche con la comparsa del ciclo mestruale? Certo che si.
Con la comparsa del ciclo si ha una normale riduzione della produzione del latte: tuo figlio potrebbe alimentarsi meno volentieri per la presenza nel latte materno di ormoni femminili e sostanze simili all’istamina. Possono verificarsi in modo occasionale e temporaneo disturbi digestivi, evacuazioni più frequenti e poco consistenti rispetto al normale. In alcuni casi anche irritabilità e piccole eruzioni cutanee ma niente di grave da poter indurre all’interruzione dell’assunzione di latte materno.
Un mito da sfatare è invece la convinzione che durante il ciclo mestruale il sapore del latte cambi in maniera estremamente negativa: data la concentrazione di sodio, cloro e altri costituenti del sangue il latte materno potrebbe semplicemente risultare più salato. Potresti sentire dolori maggiori ai capezzoli perché in questo periodo risultano essere più morbidi: segui una dieta che contenga calcio e magnesio e usa un reggiseno comodo come quelli disponibili in commercio specifici per l’allattamento che ti permetterà di allattare tuo figlio ogni volta che lo desideri senza problemi.
Il ciclo può tornare in maniera più repentina a causa di diversi fattori:
- se al latte materno viene alternato il biberon in maniera frequente;
- se il bimbo usa il ciuccio;
- se il bambino dorme molto di notte;
- a seconda dell’organismo della mamma;
- in base alle influenze ormonali dell’allattamento.
Può invece ritardare se la mamma dorme assieme al bambino o lo tiene molto in braccio. Si innescano, infatti, dei processi chimici e biologici che mandano segnali al corpo della mamma, dicendogli che non è ancora giunto il momento di tornare fertile e dunque di ovulare.
Allattamento e fertilità
Durante l’allattamento l’ovulazione viene sospesa ma si parla di allattamento esclusivo al seno sia di giorno che di notte, ad intervalli regolare e inferiori alle 4 ore di giorno e alle 6 di notte, in modo da permettere agli ormoni della lattazione di essere prodotti in maniera regolare.
Per questo motivo se preferisci aspettare un po’ di tempo prima di una nuova gravidanza cerca di evitare questa modalità di contraccezione perché davvero rischiosa: dopo il parto non si può prevedere quando una donna torna ad essere fertile ma potresti avere l’ovulazione anche prima del capoparto.
Cerca di avere solo rapporti protetti: evita i metodi di contraccezione naturale perché la mancanza di puntualità non li renderebbe sicuri (meglio attendere almeno tre cicli regolari consecutivi prima di tornare a prenderli in considerazione). Usa il profilattico o il diaframma.
Puoi optare anche per la spirale una volta che l’utero torni alle dimensioni originarie (in caso di cesareo meglio attendere sei mesi per evitare contrasti con la cicatrice interna dell’incisione) o alla pillola anticoncezionale dopo un mese dal parto.
Se allatti orientati su una minipillola o una pillola progestinica come la Cerazette, pensata per non ridurre la quantità o modificare la qualità del latte.
Questo contraccettivo, privo di estrogeno, impedisce la fluidificazione del muco cervicale e l’ovulazione. Viene assunta giornalmente alla stessa ora. E’ più sicura della minipillola che non tollera un margine di errore superiore alle due ore: vanta la stessa sicurezza contraccettiva delle pillole combinate.
Poiché non contiene estrogeni, questa pillola è particolarmente indicata per una sicura contraccezione nel dopo parto, durante l’allattamento. Non influisce negativamente sulla qualità e quantità del latte materno e non interagisce in alcun modo sul sano sviluppo corporeo del bambino.
Per qualsiasi dubbio o incertezza non esitare a consultare il tuo ginecologo.