Allattare dopo l’anno si può? Certo che si e puoi tranquillamente rispondere con valide argomentazioni a chi ti dice il contrario: studi dimostrano che il latte materno dopo l’anno di vita è un’ottima fonte di nutrimento perché fornisce proteine, grassi, calcio e vitamine. Inoltre la sua speciale composizione favorisce lo sviluppo fisiologico del metabolismo prevenendo malattie quali obesità, diabete e problemi cardiovascolari.
E’ inoltre la miglior “medicina” possibile per rinforzare il suo sistema immunitario: uno studio effettuato in Bangladesh ha dimostrato che in un ambiente così povero lo svezzamento in bambini di età tra i 18 e 36 mesi ha aumentato il rischio di morte rispetto a quelli allattati al seno.
Si tratta ovviamente di casi particolari che non riguardano fortunatamente i bambini che vivono in paesi sviluppati ma che comunque fanno comprendere l’incidenza del latte materno per lo sviluppo del sistema immunitario in un bambino di pochi anni di vita. Anche i bambini più grandi quindi possono beneficiare delle proprietà nutritive del latte materno, fondamentale anche per evitare l’insorgere di allergie.
Studi dimostrano inoltre che non c’è una reale regola sullo svezzamento e che molto spesso i consigli dei medici si basano su considerazioni ed esperienze personali e non su documentazioni mediche. Per questo motivo la Leche League consiglia lo svezzamento naturale: se è vero che tuo figlio comincia a camminare e a parlare quando si sente pronto e non prima nonostante i tentativi di mamma e papà questo dovrebbe valere anche per lo svezzamento che deve essere un momento sereno e quindi non forzato.
Indice
Il documento del Ministero della Salute e le associazioni pro-allattamento
Contro dicerie, opinioni contrastanti, e ipotesi che tuo figlio cresca troppo dipendente da te hai dalla tua un documento del Ministero della Salute intitolato “Allattamento al seno oltre il primo anno di vita e benefici per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino” che sottolinea quanto spesso professionisti sanitari e gli addetti alla cura del bambino all’interno degli asili nido ostacolino questa possibilità in favore del fatto che il bambino dopo i primi dodici mesi di vita possa (ma non deve obbligatoriamente!) bere il latte vaccino.
Che il latte materno faccia bene è provato dal rapporto fra la durata dell’allattamento al seno (anche non esclusivo) e i benefici riscontrati sulla salute della mamma e del bimbo (una diminuzione del rischio di cancro al seno per te e un rischio minore di obesità per tuo figlio).
Per questo motivo il Ministero della Salute in questo documento si rivolge alla mamma che allatta oltre l’anno di vita rassicurandola del fatto che l’allattamento al seno non influisce negativamente sulla progressione dell’autonomia del bambino, o sul benessere psicologico della mamma.
L’unico rischio che si può avere consiste nel fatto di allattare in un contesto sociale non preparato a tutto ciò e che quindi può provocare nel bambino disagio psicologico dovuto a fattori esterni come le opinioni di parenti e amici.
Per questo motivo il Ministero della Salute in questo documento si rivolge ai professionisti sanitari e agli addetti ai lavori negli asili nido raccomandando di sostenere la mamma che allatta senza pregiudizi. Mentre alla società civile chiede di riconoscere questa scelta naturale, informata e serena della mamma di un bambino di oltre dodici mesi di vita in quanto scelta privata che però ha un valore sociale.
E’ provato infatti che l’allattamento al seno contribuisce al benessere cognitivo, emotivo, familiare e sociale del bambino, rivelandosi un ottimo aiuto ad una crescita in salute per tuo figlio.
Un documento importante che affianca l’Unicef, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Leche League nella promozione dell’allattamento al seno prolungato.
L’Ibfan Italia, associazione che sostiene la corretta alimentazione e l’allattamento contro pratiche scorrette di commercializzazione di alimenti sostitutivi al latte materno, ha redatto una lettera aperta all’Ordine degli Psicologi invitandoli a sostenere e incoraggiare le donne nell’allattare i propri figli anche dopo l’anno di età.
Si tratta comunque di un tabù che non riguarda solo l’Italia in quanto purtroppo la disinformazione è di portata mondiale: interessante iniziativa si è avuta negli Stati Uniti dove il fotografo Hector Cruz con il Project breastfeeding ha lanciato la campagna “Se potessi lo farei” dove ha raccolto le foto di oltre 500 papà che mimano l’atto dell’allattamento.
Tutto questo al fine di sensibilizzare la società nel non giudicare negativamente una mamma che decide di allattare il proprio bambino oltre l’anno d’età e incoraggiando le mamme a non smettere per paura dei giudizi altrui o di problemi psicologici del bambino (idea come abbiamo detto totalmente infondata).
L’allattamento e l’indipendenza di tuo figlio
Ciò che probabilmente ti hanno detto più volte è che allattare dopo l’anno può far male psicologicamente al bambino, facendolo diventare troppo dipendente da te e incapace di rapportarsi agli altri. Cosa c’è di vero in tutto questo? In realtà davvero poco.
Uno studio che si è occupato specificatamente di bambini allattati al seno dopo l’anno di età dimostra che questi ultimi riescono ad inserirsi meglio socialmente una volta raggiunti i 6-8 anni di vita. Le statistiche sottolineano inoltre diminuzioni di disturbi di comportamento con l’aumentare della durata dell’allattamento materno.
Questi dati sono stati rilevati ascoltando i pareri delle mamme e delle insegnanti di questi bambini, il che dimostra che, seppur non si ha un reale rapporto di causa-effetto perché difficile da verificare, le mamme che allattano oltre l’anno vivono questo periodo di vita del bambino con più serenità che trasmettono al piccolo creando le basi per una vita sociale migliore.
Chi allatta a lungo dimostra inoltre di vedere il proprio figlio in una luce più positiva trasmettendogli quindi fiducia in se stesso e formando un uomo o donna sicuro di sé e indipendente.
Queste statistiche però non tengono conto della società in cui viviamo che probabilmente non è preparata culturalmente a tutto questo. Partendo dai medici che spesso vengono influenzati proprio dalla cultura della società attuale abituata al “tutto e di corsa”.
Molto spesso si vedono costretti a combattere con genitori che si domandano ad esempio perché il loro figlio ancora non parla mentre il bambino dell’amica parla già con scioltezza: questo genere di domande li porta a bruciare le tappe portandoli a favorire uno svezzamento precoce al rispetto delle esigenze del bambino.
Spesso si concepisce l’allattamento al seno come un fastidio del quale la mamma farebbe volentieri a meno per cui è importante parlare col medico informandolo del fatto che si desidera allattare il più possibile. Più donne che esprimono il loro parere favorevole sullo svezzamento naturale potrebbero modificare l’opinione del medico in merito, influenzandolo positivamente.
Alcuni medici pensano inoltre che il latte materno possa interferire con l’assunzione di altri cibi: in realtà non c’è alcun riscontro scientifico in questa convinzione, anzi in paesi sottosviluppati come l’Africa dove l’appetito di un bambino malnutrito fra l’anno e i tre anni può essere fondamentale, la maggior parte dei ricercatori consiglia l’allattamento materno prolungato anche nel caso di bambini gravemente malnutriti cercando di arricchire la dieta della madre.
Si tratta di un percorso sociale non facile ma che è necessario promuovere in prima persona se si vuole cercare di cambiare opinioni e culture radicate negli anni.
Smettere di allattare dopo l’anno
Probabilmente la regola generale è comunque una sola: allattare fa bene fino a quando mamma e bambino sono sereni. Questo momento infatti non deve essere solo un modo per sfamare il bambino ma un contatto unico e intimo tra mamma e figlio che solo chi è mamma può capire fino in fondo. Purtroppo già per la mamma di un neonato vivere ad esempio l’allattamento in pubblico è una fonte di stress e disagio, colpa di una società che vede il seno come esclusivo oggetto sessuale e che quindi punta il dito con chi si scopre anche solo per allattare.
La situazione diventa più difficile se si allatta un bambino che ha superato l’anno di vita per cui molto spesso se la mamma non se la sente decide che è meglio smettere piuttosto che vivere male questo momento mamma-figlio.
Ma come fare senza risultare troppo brusca? Innanzitutto cerca di ridurre le poppate eliminandone una ogni due, tre giorni. Elimina la poppata del mattino per ultima. Puoi aiutarti a fargli “dimenticare” il latte al seno dandogli qualcosa da mangiare o da bere, distraendolo con giochi o libri, o semplicemente spiegandogli che non può più attaccarsi al seno ogni volta che lo desidera.
Ogni bambino è diverso per cui dovrai cercare di capire cosa può essere più indicato per il bambino con piccole prove. Non aspettarti una soluzione immediata: così come per tutte le tappe della sua vita cerca di rispettare i suoi tempi.