Allattamento e fertilità: rimanere incinta durante l’allattamento

Dopo i nove mesi di gravidanza il corpo di una donna torna gradualmente ai ritmi precedenti il concepimento, compreso il ritorno del ciclo e il ritorno alla fertilità. Ma come avviene questo processo durante l’allattamento?

Allattamento e ciclo

La prima comparsa di sangue si ha subito dopo il parto con la lochiazione, ovvero un processo fisiologico nel quale espelli i residui placentari e le cellule epiteliali. La durata di questa comparsa di sangue varia da donna a donna ma solitamente è più abbondante nei primi 3-5 giorni fino a diminuire pian piano e scomparire totalmente nelle 2-3 settimane successive.

Allattamento e fertilità: rimanere incinta durante l'allattamentoNon è però da confondere con il ciclo mestruale che riparte con il capoparto, ovvero il primo sanguinamento che avviene dopo i lochi.

Alcune donne però manifestano anche la comparsa di un sanguinamento dopo la sesta settimana (circa 56 giorni dopo il parto) che segnala un ritorno del ciclo imminente ma non è realmente ciclo mestruale.

Quando si comincia quindi ad essere fertili? In realtà è una questione molto soggettiva: si può esserlo anche prima del capoparto per cui meglio non basarsi sulla sua comparsa in caso non desideri una ulteriore gravidanza.

Il Metodo dell’Amenorrea Lattazionale

Se si allatta c’è la possibilità di avere rapporti non protetti senza il rischio di rimanere incita?

Si, perché la prolattina, ovvero l’ormone che favorisce la produzione del latte blocca l’ovulazione inibendo la produzione di progesterone ed estrogeno impedendo quindi la fertilità a vari livelli (ovulazione, produzione di ormoni, annidamento dell’uovo e fecondazione). Se offri il tuo seno al tuo bambino fai in modo che la prolattina rimanga a livelli alti offrendo una protezione contraccettiva pari al 98%. Perché questo fenomeno si verifichi però occorre che si rispettino delle precise condizioni:

  • l’allattamento materno deve essere esclusivo (il bambino quindi deve nutrirsi esclusivamente con il latte materno senza aggiunte come acqua, tisane o simili, senza parlare del periodo dello svezzamento);
  • l’intervallo tra una poppata e l’altra non deve superare le 4 ore di giorno (dalle 6 alle 22) e le 6 ore di notte (dalle 22 alle 6). Nelle poppate della sera/notte si registrano inoltre concentrazioni maggiori di prolattina. Dagli studi effettuati, grazie ai colloqui con le mamme, si è appreso che queste donne saltavano proprio le poppate notturne permettendo seppur in modiche quantità il rilascio delle gonadotropine, responsabili di ovulazione e dunque di gravidanza. Alle puerpere infatti, è spesso consigliato l’utilizzo di un metodo contraccettivo durante l’allattamento, proprio per questo motivo;
  • non devono essersi verificate perdite di sangue dalla fine della ottava settimana dopo la nascita del bambino;

Se anche uno solo di questi elementi viene ignorato si ha la possibilità di gravidanza ed è per questo che diventa davvero poco affidabile come metodo contraccettivo.

In caso di allattamento misto l’ovulazione può tornare anche prima dei tre mesi. Se quindi l’allattamento al seno è parziale (effettuato solo di giorno o di notte, affiancato all’uso di tettarelle, ciucci) o se lo interrompi presto, la fertilità può fare ritorno già in questa fase, in modo non prevedibile.

Anche in caso di allattamento prolungato non c’è una regola valida per tutte: certo la prolattina rimane a livelli alti e questo inibisce l’ovulazione ma come precedentemente dimostrato non la esclude totalmente anche perché solitamente dopo il sesto mese si parte con lo svezzamento (numerosi sono i casi di donne che non vedono la comparsa del ciclo dopo diversi mesi e altre che invece lo hanno avuto dopo poco tempo nonostante l’allattamento).

In questo caso, dunque, e in ogni caso superati i sei mesi dal parto, è preferibile fare uso di un metodo contraccettivo adatto a questo periodo, se non desideri una nuova gravidanza.

La fertilità post-partum

Come capire se si è fertili? Puoi cercare di controllare il tuo periodo fertile come farebbe qualsiasi donna che desidera (o meno) concepire un figlio. E’ possibile infatti riconoscere la ripresa dell’attività ovarica se si impara a riconoscere l’andamento del muco cervicale. La fase luteale può essere più corta del solito ma non ti mette al riparo da una gravidanza indesiderata: il tuo ciclo mestruale può essere ancora assente, irregolare, lungo, corto, ovulatorio o anovulatorio, a singhiozzo, ma se si ovula il muco c’è.

Un altro metodo è il rialzo della temperatura basale nel periodo periovulatorio: misurando la temperatura corporea al mattino ogni giorno potrai realizzare un grafico con un picco in una fase del mese che può corrispondere all’ovulazione. E’ anche vero però che durante l’allattamento si ha già un’alterazione della temperatura corporea e questo potrebbe renderti più complicato il tutto.

Infine un altro segno, anche se secondario, è la posizione e la consistenza della cervice uterina, che cambia durante il ciclo.

E’ anche vero però che se non hai avuto problemi per il concepimento di tuo figlio e non sei abituata ad effettuare questi controlli, dopo una gravidanza è più difficile capire questi segnali, perché risultano molto più sfumati.

Puoi anche provare con l’utilizzo di stick sulle urine per rilevare il picco di LH ma se non hai ancora avuto il ciclo è difficile stabilire quale è il momento giusto per iniziare ad utilizzare gli stick e verificare un eventuale risultato positivo.

Il metodo ideale comunque se desideri una nuova gravidanza è di avere rapporti regolari 2-3 volte la settimana anziché concentrati in un breve periodo. Se non la cerchi, puoi utilizzare un metodo anticoncezionale come il profilattico, il diaframma o la spirale una volta che l’utero ritorna alle dimensioni originali (sconsigliato nei primi sei mesi in caso di cesareo perché potrebbe incastrarsi con la cicatrice) oppure uno ad uso orale compatibile con l’allattamento in corso come la minipillola, a base di soli progestinici, che è innocua per il bambino e piuttosto efficace.

Allattamento in gravidanza

Allatti il tuo bambino e hai scoperto di essere incinta. Puoi continuare ad allattare?

Il feto è certamente soggetto a contrazioni uterine durante l’allattamento. Non esistono però documentazioni che dimostrino danni alla madre o al bambino se la gravidanza è sana. Se invece si tratta di una gravidanza a rischio (magari per precedenti aborti o comunque si sono avuti segnali di pericolo) è preferibile smettere di allattare.

Per quanto riguarda l’allattamento invece durante questo periodo sono presenti gli ormoni della gravidanza nel latte materno ma non danneggiano assolutamente tuo figlio. Alcune mamme hanno però riscontrato una diminuzione di quantità del latte da poter offrire al bambino.

Generalmente comunque una mamma sana e ben nutrita può tranquillamente allattare il suo bimbo più grande e continuare serenamente la sua gravidanza.