Parto e allattamento indotto sono due tecniche di stimolazione meccanica di un processo solitamente naturale. Vediamoli nel dettaglio.
Il parto indotto e l’allattamento
Il parto indotto avviene quando, passate le 40 settimane e superata la data prevista per la nascita, i medici decidono di stimolare il parto con metodi naturali o farmacologici. I primi sono sicuramente più sicuri e meno traumatici di quelli chimici:
- il primo di tutti è sicuramente l’attività sessuale consigliato dai medici nel caso tuo figlio non ne voglia sapere di nascere perché l’utero viene contratto grazie all’orgasmo femminile mentre lo sperma favorisce l’avvio del travaglio;
- anche la stimolazione dei capezzoli può essere utile perché favorisce la produzione di ossitocina, sostanza che induce al travaglio;
- l’assunzione di olio di ricino permette lo svuotamento intestinale che può favorire le contrazioni;
- altra pratica utilizzata è lo scollamento delle membrane. Per alcune fastidiosa ma non dolorosa e consiste nello staccare le membrane amniotiche dalla parete interna del collo dell’utero.
Se la gravidanza si protrae oltre la quarantaduesima settimana o si presentano problemi come malattie materne o problemi a carico del feto occorre effettuare l’induzione artificiale del travaglio:
- si applica un gel a base di prostaglandine sintetiche: si effettua per consentire la maturazione del collo dell’utero ovvero l’ammorbidimento e la successiva dilatazione. Il successo di questa modalità dipende da diversi fattori come ad esempio in caso di secondo figlio o se la cervice uterina è già in stato di maturazione;
- l’ossitocina sintetica ovvero l’induzione dell’ormone del parto che provoca contrazioni più forti e ravvicinate e quindi più dolorose;
Il parto indotto è spesso più doloroso di un parto fisiologico. L’ossitocina sintetica produce forti contrazioni senza il delicato aumento e rilascio di endorfine delle contrazioni naturali. Inoltre, al contrario dell’ossitocina naturale, non attraversa la barriera di sangue cerebrale che crea le sensazioni rilassate e drogate capaci di aiutare una donna a sopportare il dolore di quei momenti.
E’ statisticamente dimostrato che le donne alla prima gravidanza hanno più di 3 volte la probabilità di optare per un’epidurale durante un parto indotto.
Ma cosa succede al mio latte?
Il parto indotto può influire negativamente sull’allattamento proprio a causa dell’ossitocina sintetica perché questa sostanza somministrata alla mamma per indurre al parto può provocare al bambino sonnolenza, ittero e ridotta capacità di suzione. Questo comunque non significa che tu debba abbandonare l’idea di poter allattare tuo figlio: cerca di accostarlo al seno il prima possibile perché anche se non hai ancora latte a sufficienza avrai a disposizione il colostro, un liquido giallognolo che contiene comunque nutrienti importanti per l’organismo del tuo bambino.
Ricorda che il tuo latte aumenta se aumenta la suzione: fatti aiutare da qualche parente o dal personale ospedaliero e armati di pazienza. Non dimenticare che ogni bambino è un caso a sé ed è molto probabile che, anche in caso di parto indotto, tu abbia più o meno difficoltà ad allattare come qualsiasi altra neomamma.
L’allattamento indotto
E’ confermato da diversi studi medici che il momento dell’allattamento al seno è importante sia per la mamme che per il loro bambino, non solo per gli alti valori nutritivi che il latte materno fornisce rispetto a quello artificiale ma anche per il rapporto intimo e unico che si instaura in questo momento tra la mamma e suo figlio.
Per te che invece sei la mamma adottiva di un neonato ci sono possibilità di allattamento al seno? Si, grazie all’induzione dell’allattamento o allattamento indotto.
Com’è possibile senza passare dalla gestazione? Perché la capacità di produrre latte è determinata dalla corretta stimolazione del seno alla produzione di latte e quindi dalla suzione del tuo bambino. Maggiore è la stimolazione maggiore sarà la produzione di ottimo latte materno. Certo la mamma adottiva non avrà la spinta iniziale alla produzione di latte che si ha durante la gravidanza di conseguenza dovrà adoperare alcune tecniche per sopperire a questa mancanza.
Come favorire la produzione di latte:
- desideri davvero allattare? E’ importante che tu sia psicologicamente predisposta a effettuare l’allattamento al seno, un momento bellissimo tra mamma e figlio ma sicuramente non facile da affrontare specie perché non lo si è mai fatto prima. E’ essenziale che il contatto con tuo figlio avvenga in modo naturale e assolutamente sereno;
- aiutati con un tiralatte: stimola entrambi i seni più volte al giorno. Il cervello recepirà la richiesta di latte e produrrà l’ossitocina, essenziale per la produzione di latte. Puoi utilizzarlo anche quando hai cominciato ad allattare, tra una poppata e l’altra per favorire la produzione di latte. In commercio sono disponibili tiralatte manuali o elettrici;
- per favorire la suzione puoi aiutarti con un sondino vicino al capezzolo riempito con la pressione di una comune siringa;
- puoi aiutarti con il Dispositivo di Allattamento Supplementare (DAS), un piccolo contenitore con due tubicini sottili collegati fissati all’altezza del capezzolo in modo da stimolare la produzione di latte;
- alcune donne si aiutano con l’utilizzo di farmaci come il Domperidone, utilizzato solitamente per problemi gastro-intestinali e che ha come effetti collaterali l’aumento della prolattina. Molte donne lo utilizzano anche quando il loro latte comincia a scarseggiare (in questo caso chiedi consiglio al tuo medico);
- effettua l’allattamento a richiesta: una volta partita la produzione di latte offri il tuo seno al bambino ogni volta che te lo chiede (almeno 8-12 volte al giorno i primi mesi). Tuo figlio non deve essere frustrato dall’assenza di latte;
- assume un ruolo importante l’età del neonato e se nei mesi precedenti all’adozione è stato abituato alla suzione. Se il bambino ha più di sei mesi e non è stato abituato all’allattamento al seno potrebbe aver perso il riflesso di suzione;
- è fondamentale che la neomamma sia aiutata e appoggiata in questo completamente dal marito e dalla famiglia: un ambiente disponibile e accogliente favorirà la serenità della mamma e, di conseguenza, la produzione di latte.
Negli Stati Uniti oltre il 36% delle donne ha una buona produzione di latte dopo un procedimento indotto. Ovviamente è un processo non facile probabilmente più dal punto di vista psicologico che fisico anche perché l’allattamento non è più concepito come un processo strettamente necessario data la possibilità di ricorrere al latte artificiale.
Cerca di capire se desideri davvero allattare tuo figlio e non lasciarti fuorviare da pareri negativi o discordanti se sei sicura che questa decisione può avere solo risvolti positivi per te e per il tuo bambino.