Con la montata lattea il tuo seno è sodo e ricco di latte da poter offrire al tuo bambino: ma dopo un po’ il tuo seno appare più rilassato, sgonfio, tuo figlio è irritato perché chiede il suo latte e tu cominci a chiederti se hai latte a sufficienza per le sue richieste.
Innanzitutto cerca per quanto possibile di vivere il momento dell’allattamento rimanendo serena e senza lasciarti prendere dall’ansia perché questo influisce sul contatto intimo e unico tra te e il tuo bambino che percepisce gli stati d’animo della sua mamma.
Dopodiché stai tranquilla: se il seno è sgonfio nella maggior parte dei casi è proprio perché, dopo sei settimane dal parto, è calibrato bene nella produzione di latte rispondendo perfettamente alle richieste di tuo figlio. Non cadere nella tentazione di offrirgli l’aggiunta di latte artificiale per la paura che il bambino non assuma abbastanza latte.
Il tuo latte materno possiede tutti i nutrienti di cui ha bisogno anzi non c’è niente di meglio che potresti offrirgli: il latte artificiale non possiede gli anticorpi del latte materno ed è anche più difficile da digerire.
La sensazione di pienezza che hai con la montata lattea non deve trarti in inganno: molto spesso consiste non solo nella presenza di latte ma anche di altri liquidi che vanno ad occupare gli spazi tra le cellule (il cosiddetto edema). Passate le sei settimane l’edema scompare lasciandoti la sensazione di avere meno latte rispetto a subito dopo il parto, mentre in realtà ne hai di più ma sono scomparsi i liquidi che formavano l’edema.
Se tuo figlio ha una crescita costante e bagna la giusta quantità di pannolini puoi dormire sonni tranquilli: va tutto bene! La sua crescita settimanale deve essere in media di 140 grammi e i pannolini bagnati giornalmente devono essere circa 5 o 6. La pipì deve essere trasparente e inodore, se invece assomiglia a quella di un adulto e odora di ammoniaca significa che tuo figlio è disidratato per cui occorre consultare un pediatra.
In generale comunque un seno sgonfio (o per meglio dire morbido) è un buon segno, sintomo di una corretta produzione di latte capace di far fronte regolarmente alle richieste di tuo figlio: è preoccupante invece una iper-produzione di latte che può portare ad un seno duro e dolorante e provocare ingorghi e fastidiose mastiti (una vera e propri infezione da dover curare con una terapia antibiotica).
Le ragadi
Se senti dolore probabilmente tuo figlio effettua la suzione in una posizione errata: ricorda che il capezzolo deve essere all’altezza tra la bocca e il nasino e il mento deve essere appoggiato al seno ma non compresso. E’ probabile che una prolungata suzione errata ti abbia procurato delle ragadi ovvero fastidiose ferite sul capezzolo: un rimedio può essere versare alcune gocce di latte e lasciare asciugare i capezzoli all’aria ma anche l’utilizzo dei paracapezzoli può procurarti subito sollievo. In ogni caso non smettere di allattare: comincia dal seno che ti fa meno male in modo da favorire la guarigione.
Seno più sgonfio di sera
Se la sera ti sembra di avere un seno troppo morbido e tuo figlio non la smette di piangere il consiglio è sempre lo stesso per quanto possa sembrare ovvio e scontato: stai tranquilla va tutto bene! Certo la sera la produzione di latte cala rispetto alla mattina ma questo non significa che tu non abbia abbastanza latte per cedere alla tentazione di offrirgli un comodo biberon di latte artificiale.
Il latte della sera è più denso, cremoso, grasso e calorico. Anche per questo motivo la fuoriuscita è più difficile rispetto alla fluidità del latte mattutino, dovuto anche alla stanchezza della mamma che inibisce il riflesso ossitocinico e favorisce il rallentamento. Ti capiterà quindi che tuo figlio popperà il suo latte, si staccherà dal seno, piangerà per poi ricominciare. Anche in questo caso allattarlo ogni volta che te lo richiede durante la giornata può essere favorevole anche alla buona riuscita delle poppate notturne.
Il latte materno gioca poi un ruolo fondamentale nel far comprendere al bambino il ritmo sonno-veglia. Questo fattore è determinato dalla melatonina, un ormone prodotto quando la retina umana non è esposta alla luce e il neonato la assume attraverso il latte materno.
Il tuo latte materno è sprovvisto di melatonina di giorno mentre lo contiene durante la notte perché non ricevi stimolazioni luminose. La melatonina aumenta anche i livelli di prolattina che oltre a favorire la produzione di latte ha un effetto rilassante sulla mamma rendendola più disponibile nei confronti del bambino.
I risvegli notturni quindi, da te spesso tanto temuti, hanno un ottimo alleato nella prolattina, aiutandoti a garantire una migliore capacità di assecondare i bisogni di tuo figlio in questi momenti critici e ad avere un migliore riposo. L’irrequietezza serale del bambino potrebbe quindi essere dovuta anche al fatto che occorre modificare il fiume di ormoni che gli arrivano attraverso il latte materno.
Se tuo figlio è comunque più agitato la sera mentre lo allatti cerca di ridurre al minimo le sollecitazioni per entrambi, cercando di favorire nel migliore dei modi riposo e tranquillità. E’ fondamentale anche per te il riposo notturno: cerca di allattarlo sdraiata in modo da favorire la possibilità di addormentarvi insieme. E’ ideale sia per recuperare le ore di sonno perse e sia per aumentare il contatto con il tuo bambino.
Il seno post-allattamento
Hai appena smesso di allattare e del tuo bel seno pre-gravidanza non c’è neanche l’ombra: è normale che il tuo seno cambi perché le ghiandole nelle mammelle si sono ritirate e le riserve lipidiche esaurite e c’è più pelle. Come fare?
Ecco qualche consiglio:
- cerca di alternare acqua fredda e calda sotto la doccia a intervalli di dieci secondi con movimenti circolari per allenare le pareti dei vasi sanguigni e rinforzare le fibre dei tessuti. Perfetto sarebbe l’utilizzo di un microfono con getto d’acqua rotante. Puoi anche appoggiare sul seno dei cubetti di ghiaccio (meglio se realizzati con formine senza spigoli) in modo da restringere i pori della pelle stimolando l’irrorazione e l’apporto di energia alle cellule;
- applica tutti i giorni una crema idratante. Se infatti non esiste una crema capace di rimpicciolire o aumentare il tuo seno è invece fondamentale effettuare massaggi delicati per riuscire a rassodarlo proprio perché la pelle del seno, non avendo ghiandole sebacee, è molto più sensibile rispetto al resto del corpo. Cerca di scaldare la crema tra le mani ed effettuare dei massaggi circolari dall’attacco del seno verso l’esterno (non passare però la crema sul capezzolo);
- aiutati con la postura. Tenendo il petto in fuori e la pancia in dentro il seno acquista qualche centimetro in più;
- segui una dieta povera di sale che danneggia il tessuto connettivo mentre abbonda l’uso di vitamina C che rafforza le fibre di collagene;
- aiutati con il make-up: quando indossi abiti scollati con un po’ di cipria dal pennello grande segui i contorni del seno stirando il colore verso le spalle;
- indossa per quanto possibile il reggiseno per evitare che il tessuto connettivo si stiri;
- evita bagni bollenti e lunghi che disidratano la pelle e comunque cerca di usare detergenti privi di tensioattivi, non esporti troppo al sole perché il tessuto connettivo rischia di diventare meno elastico e possono comparire macchie e rughe;
- molto utili possono rivelarsi oli essenziali come quello di camomilla, di limone e l’olio vegetale di calendula (perfetti per rinforzare il tessuto connettivo e migliorare la qualità della pelle);
- puoi anche effettuare una leggera attività fisica con l’utilizzo di pesi seguita da un istruttore in palestra.