Stitichezza in allattamento: cause e rimedi per il bimbo e la mamma

Hai cominciato ad allattare il tuo bambino e ti chiedi se sta crescendo come deve, se il latte che gli offri è abbastanza per il suo fabbisogno e cerchi di capire dalle sue scariche se tutto va per il meglio.

Stitichezza in allattamento: cause e rimedi per il bimbo e la mamma

Ma come funziona l’intestino di un neonato? Nei primi due-tre giorni di vita, il bambino bagna solitamente solo uno o due pannolini al giorno.

Inizialmente si tratta di feci scure e appiccicose (il meconio) ovvero tutto ciò che ha immagazzinato prima della nascita.

Una volta ricevuto il latte le sue feci diventano più chiare e soffici (giallo-verdi o marroncine), con un odore lieve e non sgradevole.

Fino a sei settimane solitamente si contano dalle due alle cinque scariche giornaliere, ma se un bambino ne ha di meno non occorre preoccuparsi se comunque i pannolini bagnati sono in un numero adeguato, le feci sono in buona quantità e dimostra di crescere regolarmente.

La stitichezza del neonato

Cosa fare se il neonato è stitico? Innanzitutto occorre capire se lo è realmente.

I movimenti intestinali di un bambino tendono a diminuire quando la mamma non ha più il colostro (solitamente dopo sei settimane dalla nascita) notoriamente lassativo. Può capitare quindi che un bambino sano abbia una sola scarica nel giro di qualche giorno, o addirittura in una settimana.

Un bambino è stitico se emette feci formate, dure e con un’emissione poco frequente. In un neonato questo però accade raramente specie se è allattato al seno.

Molto spesso una mamma scambia per stitichezza un processo naturale del suo bambino: così come per tutte le cose nuove che deve affrontare nella sua giovane vita tuo figlio deve anche imparare a fare la cacca! Di conseguenza deve approcciarsi a questa funzione fondamentale che consiste anche in una maturazione neurologica, psicologica e di controllo sugli sfinteri e sul torchi addominale che arriverà a concludersi intorno ai tre anni circa.

Per i nostri bambini la funzione evacuativa diventa più impegnativa sia per la viscosità delle feci, sia per la scarsa maturità delle fibre nervose che regolano il transito.

Può capitare che si verifichi la dischezia: un disturbo diffuso nei neonati prima dell’anno di vita, che consiste nel sforzarsi di evacuare ma nel non riuscirci perché non rilasciano gli sfinteri. Le feci rilasciate in questo caso sono assolutamente normali, a volte precedute da una sorta di “tappo”. In ogni caso non c’è da preoccuparsi: si tratta di una banale immaturità funzionale, che spesso sono capaci di risolvere autonomamente.

Per questo motivo non affrettarti a usare clisteri (che possono invece irritare) e armati di pazienza: se ti accorgi che si sta sforzando cerca di aiutarlo per quello che ti è possibile magari levandogli il pannolino e lasciandolo libero sostenendo da sdraiato i suoi piedi con i palmi delle tue mani, in modo che possa aiutarsi con questa superficie creata ad hoc per una migliore spinta.

Stitichezza e allattamento misto

Come già accennato il latte materno difficilmente crea stitichezza nel tuo bambino, questo problema può però presentarsi una volta che si aggiunge il latte artificiale. Con “l’aggiunta” al latte materno infatti gli zuccheri vengono scomposti facendo si che le feci diventino più consistenti rendendo difficile l’evacuazione da parte del bambino.

Possono inoltre riscontrarsi lievi disturbi come infiammazioni o disagi del tratto gastroenterinale, in particolare se l’allattamento misto avviene nei primi sei mesi di vita, ovvero quando il sistema immunitario è ancora debole. In ogni caso rivolgiti al pediatra per decidere insieme un piano di allattamento misto.

Nel latte materno, a differenza di quello artificiale, abbonda il lattulosio, zucchero che regolarizza l’intestino. L’aggiunta di latte artificiale può quindi portare alla stitichezza, e quindi ad evacuare meno regolarmente.

Questo fenomeno si verifica anche durante lo svezzamento: l’aggiunta di cibi solidi nel regime alimentare del bambino può provocare un rallentamento intestinale. Le sue feci avranno un odore più forte, un colore e una consistenza diversi. Potresti trovare nel pannolino anche pezzetti di verdure, perché per lui più difficili da digerire.

Molto incide anche la predisposizione genetica. Anche la febbre può portare alla stitichezza: una temperatura alta può disidratare il bambino e rende più dure le sue feci.

Le soluzioni possibili

Come risolvere in caso di reale stitichezza di tuo figlio? Se il tuo bambino è ancora allattato al seno è consigliabile che la mamma segua una dieta ricca di fibre (consigliatissimo il consumo di frutta e verdura) anche se l’effetto sul neonato non è immediato.

Ne caso di allattamento misto puoi offrire al tuo bambino il latte con prebiotici, cioè zuccheri ad effetto-fibra, e latte arricchito con particolari formulazioni di grassi. In caso di svezzamento invece si può ricorrere ad alimenti notoriamente lassativi: perfette a questo scopo le minestrine e i cibi ricchi di liquidi e fibre (prugne, pere, kiwi, zucchine ecc.).

Puoi anche optare per rammollitori fecali a base di Macrogol o Politilenglicole, ideali per aumentare il volume delle feci con l’assorbimento d’acqua: le puoi usare dal terzo mese in poi.

Dall’Oriente poi arrivano suggerimenti circa massaggi corporei che partono dalla testa fino al tronco e all’addome per concludersi agli arti e che, oltre ad essere utili contro la stitichezza sembrano anche aiutare a crescere meglio e senza stress. Un altro tipo di massaggio riguarda esclusivamente il ventre da sollecitare leggermente in senso antiorario aiutandoti con un olio rilassante naturale.

Consigliato anche il movimento della bicicletta che consiste nel portare le sue gambe al petto per poi distenderle. In casi di dischezia, se tuo figlio accusa quindi dolore, mangia poco e ti sembra realmente infastidito puoi provare anche le stimolazioni del retto con sondini sterili o un microclisma alla malva o alla glicerina ma in questo caso chiedi sempre il parere del tuo pediatra di fiducia: si tratta infatti di interventi di emergenza e non di routine.

La stipsi nelle mamme

Non hai mai avuto alcun tipo di problema, neanche in gravidanza ma da quando hai partorito sei diventata stitica! Cosa è successo? Nel caso si tratti dei primi due-tre giorni può essere causato dal travaglio se è stato troppo lungo, o ti è stato fatto un clistere prima del parto. Se diventa un fenomeno regolare può dipendere da diversi fattori:

  • dopo il parto si ha un calo dei livelli di progesterone e delle modificazioni che interessano la zona addominale. Il ritorno dell’utero alle dimensioni normali influisce molto sull’attività contrattile dell’intestino, fondamentale per l’evacuazione;
  • se stai assumendo o hai assunto antidolorifici probabilmente stanno interferendo nel rallentare la tua attività intestinale;
  • nel caso durante il parto sia stato danneggiato il perineo o se stai vivendo un caso di emorroidi anche in questo caso la stipsi potrebbe essere una conseguenza e si potrebbe protrarre nel tempo.

I rimedi per la mamma

La prima regola per il ripristino dell’attività intestinale è aiutarsi con l’alimentazione: cerca di aggiungere fibre alla tua dieta con un consumo abbondante di frutta e verdura. In questo modo si favoriscono la morbidezza ed il volume delle feci. Utilissimi anche i latticini, che aumentano l’acidità intestinale favorendo l’efficienza della flora batterica.

Evita alimenti astringenti come more, mirtilli, fichi d’india, limone, tè e cacao. Inoltre cerca di non esagerare con l’uso del sale.

Bevi molto! Comincia dal mattino, appena sveglia con un bel bicchiere d’acqua tiepida. Cerca poi di consumare almeno 2,5 litri di acqua al giorno. Anche in questo modo si ammorbidiscono le feci e se ne favorisce l’espulsione. E’ preferibile bere spesso a piccoli sorsi. Consigliatissimi anche i centrifugati di verdura, le spremute, i succhi e le tisane.

Fai attività fisica: non occorre esagerare, anche perché non consigliato per chi ha partorito da poco ma anche una bella passeggiata può risvegliare il nostro intestino.

Prova con la malva: utilizzata per idratare e sfiammare l’intestino e, grazie alla sua azione dolce e non irritante consigliata durante gravidanza e allattamento, ma anche per bambini e anziani.

Anche la manna, dalla delicata azione lassativa priva di controindicazioni, è estremamente raccomandata perché agisce attirando l’acqua nell’intestino e quindi facilitandone lo svuotamento.

Non dimenticare poi i vecchi rimedi tanto cari alla nonna:

  • un cucchiaino di olio extravergine d’oliva a digiuno appena sveglia;
  • mangiare 2 kiwi al mattino a digiuno;
  • la sera metti in un bicchiere d’acqua due cucchiaini di semi di lino decorticati e bevi al mattino a digiuno.