Un ostacolo all’allattamento al seno è sicuramente il dolore ai capezzoli, un problema che affligge la maggior parte delle neomamme, specie se al primo figlio.
Dopo il parto arriva il momento di avvicinare il bambino al seno ed è qui che sorge il dubbio più grande: riuscirò ad allattare? Si attaccherà facilmente al seno? Farà male?
Innanzitutto rilassati e pensa che non sei sola: ogni donna si pone sempre gli stessi dubbi e per nessuna è stato facile come bere un bicchier d’acqua ma è anche vero che con un po’ di pazienza e qualche piccolo accorgimento ogni piccolo intoppo si può superare.
Per i primi 30-60 secondi dall’attacco al seno è normale provare dolore mentre tuo figlio succhia il suo latte. Dopodiché il dolore dovrebbe diminuire fino a scomparire. Se questo non avviene occorre capire cosa non va.
Indice
La posizione corretta
Il primo passo per evitare problemi è prevenirli. Cerca di posizionare il bambino nella modalità corretta: col bambino tenuto in braccio spingi il sederino con un lato dell’avambraccio in modo da sostenerlo più facilmente.
Tieni la mano aperta con il palmo sotto la testa del bambino con pollice e dito indice verso la nuca: il bambino sarà così in posizione quasi orizzontale leggermente inclinato verso di te. In questo modo il tuo capezzolo sarà tra la bocca e il nasino e il suo mento non sarà premuto sul seno ma comunque appoggiato.
Tieni il seno con il pollice sopra e le altre dita sotto e fai in modo che il bambino abbia quasi tutta l’areola (la parte scura del capezzolo) tra le labbra altrimenti il capezzolo viene sottoposto ad una fatica eccessiva e il bambino non riesce a succhiare bene il suo latte. Aiutati se possibile con un cuscino da allattamento.
Il capezzolo bianco
Può capitare che, dopo la suzione, il capezzolo diventi bianco. Questo fenomeno viene spesso associato ad un dolore lancinante ed è causato da uno spasmo dei vasi sanguigni all’interno del capezzolo, definito vasospasmo o fenomeno di Raynaud e di solito dura pochi minuti per poi rilassarsi e ritornare al colore naturale. A volte può succedere che il dolore continui e si verifichi non durante la poppata ma quando il bambino si stacca dal seno.
E’ opportuno cercare di risolvere questo fenomeno così come si risolverebbero gli altri problemi tipici del capezzolo: partendo innanzitutto dal correggere la posizione durante l’allattamento.
Dopodiché aiutati con fonti di calore: che sia l’asciugacapelli (ma non ad una temperatura eccessiva) o una pezza calda il calore è perfetto per diminuire il dolore. Meglio comunque un calore asciutto piuttosto che qualcosa di umido perché l’umidità sui capezzoli può peggiorare la situazione.
Se il dolore non accenna a diminuire chiedi al tuo medico se sia il caso di assumere vitamine come la B6 o un farmaco come la nifedipina per prevenire questo tipo di reazione.
Le ragadi
Si tratta di microlesioni all’altezza del capezzolo che si creano nel caso di errata suzione. Se il bambino infatti non afferra bene l’areola può arrivare a strappare il capezzolo o tirarlo e creando queste piccole ferite che ti procurano dolore ogni volta che il bambino si attacca al seno.
Se non sei riuscita ad evitarne la comparsa devi ricorrere ai ripari: cerca ad esempio di lavarti con saponi non troppo aggressivi in modo da non screpolare ulteriormente la pelle. Non usare però creme idratanti sul capezzolo che potrebbero essere ingerite dal bambino o confonderlo con un profumo diverso da quello della mamma. Puoi optare per una pomata o un olio alla lanolina, alla calendula o quello di mandorle dolci (in piccole quantità), perfetti per ammorbidire i capezzoli subito dopo la poppata e senza risciacquo. Cerca comunque di non esagerare nel lavare i capezzoli: un bagno al giorno va benissimo.
Perfetti per la cicatrizzazione delle ragadi sono i copricapezzoli in argento, un materiale noto per le ottime proprietà cicatrizzanti e antibatteriche. Facendo aderire queste coppette perfettamente sull’areola e sul capezzolo già subito dopo la prima poppata, puoi sia prevenire le ragadi che curarle sul nascere. In questo caso però è necessario risciacquare i capezzoli prima di offrire il seno al bambino.
Esistono poi in commercio copricapezzoli che comprendono un gel rinfrescante capace di ammorbidire e idratare la parte dolorante attenuando il bruciore e favorendo una veloce guarigione. Sono indicati anche perché assolutamente invisibili sotto il reggiseno.
Infine ottimo rimedio e sicuramente a costo zero è il tuo stesso latte che, se utilizzato sul capezzolo e lasciato asciugare all’aria garantisce una buona guarigione e la scomparsa del dolore.
Non è necessario allattare ad entrambi i seni se tuo figlio cresce bene e durante la poppata ad una sola mammella dimostra di non desiderare più latte: puoi alternarli in modo da lasciare riposare quello che ti fa più male favorendo così la guarigione.
Dolore da infezioni
Una causa di dolore al capezzolo può essere un’infezione che può infiammare questa zona particolarmente delicata. E’ più probabile che si tratti di infezione se il dolore compare all’improvviso e non lo accusavi nelle poppate precedenti. Un esempio è il mughetto, causato dalla Candida Albicans, la stessa che provoca le infezioni vaginali. Noterai il capezzolo screpolato e sentirai una sensazione di bruciore con forti fitte al seno sia durante che dopo l’allattamento.
In questo caso cerca di eliminare l’uso eccessivo di zucchero nella tua dieta, consuma yogurt a base di acidophilus (puoi anche applicarlo sulle parti del corpo colpite da mughetto), sterilizza giornalmente giocattoli, paracapezzoli e tiralatte e lavati le mani spessissimo specie dopo l’igiene personale e i cambi di pannolino.
Consulta il tuo medico che ti prescriverà una cura antimicotica e non smettere di allattare.
Dolore durante la gravidanza
Ma è normale accusare qualche dolore ai capezzoli durante la gravidanza? Assolutamente si. Già dopo il concepimento uno dei sintomi dell’avvenuta gravidanza è proprio il fastidio al seno: questo diventa più grande e i capezzoli più scuri.
Fastidi come prurito e piccoli dolori si possono avere nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza. Anche in questo caso oli lenitivi e prodotti idratanti possono venirti in aiuto per migliorare la situazione.